12 novembre 2000


Ieri all’Università Cattolica il dibattito che ha concluso i due giorni del convegno

Il turismo reclama progetti

È necessario sviluppare le potenzialità con un approccio globale

Il turismo bresciano avrà un futuro se non solo verranno valorizzate le potenzialità del territorio e l’identità culturale della città, ma se intorno al fenomeno turismo si svilupperanno un coordinamento di forze, una progettualità seria ed una compartecipazione altrettanto motivata di operatori, enti ed istituzioni. Sul passato ed il futuro del turismo bresciano il confronto è continuato ieri nell’Aula magna della Cattolica nell’ambito del convegno promosso dallo stesso ateneo, l’Università degli Studi e l’Eulo, con il patrocinio del Comune e della Provincia di Brescia. Anche ieri, come venerdì, la pluralità nell’approccio e nei contenuti degli interventi ha alimentato il dibattito, che ha avuto il merito di esaminare in termini scientifici la realtà del turismo o - secondo quanto ha detto il prof. Mario Taccolini coordinando i relatori nella prima parte della mattinata - di proporsi «come momento di sintesi critica» dello stesso fenomeno. Come venerdì, il convegno si è sdoppiato con la partecipazione prima di studiosi dell’Università Cattolica e poi con la presenza di rappresentanti istituzionali e responsabili di enti, i quali hanno offerto un loro contributo in una tavola rotonda presieduta da Gian Battista Lanzani, direttore del nostro giornale. Il ruolo dei mezzi di comunicazione (da quelli tradizionali ad Internet) nella promozione turistica, la legislazione in materia, con particolare riguardo alle competenze statali, regionali e provinciali, i finanziamenti, ma anche un riferimento all’aeroporto di Montichiari ed alle sue ipotesi di sviluppo sono stati una sorta di introduzione, una panoramica generale al discorso locale ed attuale del tavolo di confronto. Il turismo bresciano di oggi - secondo Ubaldo Mutti, consigliere della società di sviluppo Impianti turistici di Ponte di Legno - presenta una situazione di potenzialità nonostante la sofferenza dei settori del turismo montano e di quello termale, di possibilità professionali, ma registra anche l’esigenza di una preparazione adeguata. La carenza formativa e la mancanza di correlazione fra gli operatori del settore, ovvero il frazionamento delle forze direttamente coinvolte sono - secondo Ermes Buffoli, assessore al Turismo della Provincia - i due mali del turismo bresciano. Che dovrebbe essere visto non tanto come valore aggiunto, quanto come componente dell’economia bresciana. Contro la parcellizzazione dell’offerta serve una ottimizzazione degli interventi e soprattutto una progettualità. L’aeroporto di Montichiari, la ristrutturazione del monastero di Santa Giulia e il Polo espositivo - ha ricordato poi il presidente della Camera di Commercio, Francesco Bettoni - hanno rappresentato una vera conquista negli ultimi anni per Brescia. Ma ciò non basta. Molto più importante sarà il progetto, concertato fra Camera di commercio, Provincia ed enti, pronto fra breve e della durata triennale, che cercherà di dare al turismo una dignità pari a quella di ogni altro settore dell’economia bresciana. La progettualità, intesa come capacità di creare un sistema intorno al turismo bresciano, è la parola d’ordine per Maurizio Banzola, presidente dell’Apt. Organizzazione - ha detto - ma anche potenziamento della componente culturale per la promozione turistica di Brescia ed il superamento della concorrenza. Secondo Tino Bino, presidente di Brescia Mostre, la sfida si vince trovando le idee giuste del turismo bresciano, incentivando la qualità, intendendo cioè il turismo come processo e non solo come prodotto. Come dire che anche per il turismo, come in ogni altro settore, l’immobilismo non porta a nulla.

Elena Ungari